Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘tasse’

Paese fragile

Alle 3:32 del 6 Aprile di dieci anni fa la terra ha tremato in Abruzzo, con epicentro la zona de l’Aquila.

In quel periodo non ho potuto seguire la vicenda, così ho visto il docufilm di Lino Guanciale, con interviste ad alcuni sopravvissuti.

Mi ha colpito quella di una ragazza che ha raccontato la propria vicenda: lei si era salvata perché era uscita lasciando il suo fidanzato a dormire perché l’indomani aveva un esame da sostenere all’Università.

Eppure è risaputo l’Italia è una terra sismica ( vedasi i terremoti del Friuli, dell’Irpinia ed altri)e in tutti questi anni nessuno ha pensato a rimettere in sesto il nostro bel Paese, intervenendo solo sull’emergenza. Solo in quel caso,purtroppo scatta la solidarietà nazionale.

Con i soldi dei contribuenti vengono costruiti impianti (carceri, piscine, ospedali) che non vengono mai messi in funzione a causa di una lenta burocrazia e del mangia mangia di tutti i Governi che si sono succeduti in questi settant’anni di Repubblica.

C’è bisogno di decisioni rapide, costruzioni rapide e messe in funzioni rapide se vogliamo ammodernare questo Paese. O no?

Read Full Post »

Scrivendo l’articolo precedente, mentre stavo cercando conferme in materia, mi imbatto in un’informazione molto interessante se fosse vera, trovata su Wikipedia: non in tutti gli stati esiste la carta d’identità (non nel Regno unito, ad esempio, e in quasi tutti gli stati con diritto di tipo common law).

Ero stupito  e mi chiedevo se ciò fosse vero.

Mi imbatto così  nel sito “Ideazione.com, che contiene un post di Barbara Mennitti.

Scrive l’autrice, molto probabilmente figlia dell’ex sindaco di Brindisi, deceduto nel 2014: “i sudditi di sua maestà non possiedono documenti d’identità (solo il passaporto se vogliono viaggiare), non sono tenuti a portare neanche la patente quando guidano, in caso di incidente declinano le loro generalità (che non sono messe in dubbio) e hanno ventiquattro ore per presentarsi, muniti di documenti, al più vicino posto di polizia.”

“Quante discrepanze tra il loro sistema e il nostro!” può pensare chi non è avvezzo agli affari legali.

Perché proprio di sistemi legali differenti stiamo parlando;  nell’ordinamento latino vige la “civil law” o legge civile, mentre in quello anglosassone è in vigore  la “common law” o legge comune. Vediamo quali sono le principali differenze.

La civil law si basa sul diritto scritto e sul ruolo determinante della legge, sia sotto il profilo legislativo-parlamentare che sotto l’aspetto della funzione giurisdizionale, in quanto i principi fondanti di questo sistema vengono codificati. Questo modello riconosce il ruolo preminente della legge nel guidare le decisioni della magistratura, che deve attenersi al rispetto della normativa vigente nell’ordinamento ed applicarla al caso concreto: la fonte primaria del diritto è pertanto la legge. La disciplina normativa è dunque costruita mediante “codificazione” delle disposizioni   di legge: significa che le norme sono inserite nei codici o in corpi normativi. La loro struttura è  generale ed astratta: esse cioè non analizzano il fatto concreto ma regolamentano ipotesi generali dalle quali dovranno poi essere estrapolate – in via interpretativa – le singole fattispecie particolari.

La common law si basa, contrariamente al civil law, sulle decisioni dei giudici. Il caso concreto è il punto di riferimento, e le sentenze hanno natura vincolante per quanto riguarda i futuri casi a venire: è il principio del cosiddetto stare decisis, secondo cui ciò che vincola il giudice sono i precedenti giudiziari in materia, ovvero le sentenze. Sono quindi meno rilevanti il diritto scritto e la normazione legislativa, che assumono di conseguenza un ruolo secondario.

C’è ora da dire che quella forma legislativa è quella portata dai normanni dopo l’invasione del 1066.

Veniamo alle “dolenti note”: le tasse. Nel Regno Unito si paga un’aliquota proporzionata ai propri guadagni, come da noi in Italia ci sono diverse fasce di reddito; nel Regno unito sono quattro e vanno dal dieci al quarantacinque per cento, vi è una detrazione per chi guadagna centomila sterline, pari a centotredicimila euro, sotto le diecimila sterline non si paga nulla, i contributi previdenziali ammontano al dieci per cento. La tassa sul reddito viene calcolata come da noi sul possesso e va dal dieci al quaranta per cento.

La domanda finale da porsi è: “Quale dei due sistemi è migliore?” L’unica risposta che posso trovare e che trovo più sensata è che ciascuno rispecchia la cultura e la civiltà di un popolo, per cui è solo questione di abitudine.  

Read Full Post »

Leggo con sgomento  la notizia secondo cui è stata “pizzicata” la “furbetta del 730”.

Si tratta  di una venticinquenne che si è laureata in Medicina con ottimi voti.

La dottoressa, oggetto del presente, non ha pagato i duemila euro di tasse universitarie perché ha dichiarato di non possedere alcun reddito e di essere fiscalmente a carico dei genitori, percependo così i benefit di tale condizione.

La Guardia di Finanza ha però scoperto che la medesima possedeva un appartamento in un quartiere alla moda, che il padre è un Amministratore delegato in quattro società e la madre è un manager di una nota azienda di telecomunicazioni. I genitori, inoltre, hanno un reddito di centomila euro, posseggono sei appartamenti ed un casolare di campagna di 270 metri quadrati.

Sono così scattati gli accertamenti fiscali sui genitori e alla “furbetta” è stata comminata una salatissima multa per aver provato ad usufruire dei benefici non dovuti.

La Finanza informa quindi che: “Questi comportamenti danneggiano l’Ente erogatore, ma anche i cittadini perché aumentano i costi dei servizi.

Oltre alla multa farei pagare alla “furbetta” le tasse arretrate, maggiorate  di forti interessi atti a compensare gli aumenti, ma temo cada tutto in prescrizione.

Read Full Post »

Futuro prossimo

Una strana  e fantasiosa norma del governo lussemburghese prevede di equiparare  i robot alle persone, in quanto definite “persone elettroniche”

Devono quindi  ricevere uno stipendio e pagare le tasse.

Fantascientificamente sarebbe tutto giusto, ma cosa accadrebbe in cui le macchine si ribellassero all’uomo?

Read Full Post »

Sanzioni e follia

Questa matina un collega mi ha chiesto un’informazione inerente una multa presa in un’altra regione.

Sotto i dati del malcapitato, scritti in caratteri leggibili, appaiono le solite clausole capestro scritte in piccolo.

L’infrazionato ha sessanta giorni di tempo per pagare il dovuto e, qualora non ottemperasse entro il tempo stabilito, scatterebbe la sanzione pari  “alla metà  del massimo edittale”, senza specificare la cifra, seguita dal prelievo coatto dell’importo mediante cartella esattoriale.

Il mio collega aveva un bollettino postale prestampato, ma una clausola affermava che non si accettavano pagamenti nè con bonifico bancario, nè con vaglia postale. A ciò si aggiunga che i Carabinieri, che hanno emesso la sanzione, non possono riscuotere. Come si può fare?

Ma la clauasola più assurda  è la seguente: ” In caso di smarrimento  del bollettino postale e di notifica su strada, riportare nella causale di paganto il seguente codice  obbligazione (numerico).

Come fa una persona  che ha preso una multa e ha smarrito gli estremi della stessa a ricordrsi il codice obbligazione?  Se la persona fosse sola e lungodegente presso una struttura ospedaliera, come si dovrebbe comportare?

Storie da questo pazzo, pazzo mondo.

Read Full Post »

Il fisco spagnolo ha “pizzicato” il campione argentino Leo Messi, in forza al Barcellona, “colpevole” di aver costituito società fittizie per tutelare la propria immagine senza versare le imposte relative che ammontano alla “modica” cifra di 4 milioni di euro.

E’ l’ultimo campione “paraculato” che il fisc dei vari paesi europei  “pesca”. Si pensi a Valentino Rossi che al fisco italiano doveva una cifra esorbitante, salvo poi “accordarsi” con lo stesso ed ottenere uno “sconto” sul dovuto.

La vicenda di Messi ricorda molto da vicino quella del suo “maestro” Maradona, debitore anch’egli di ingenti somme verso l’erario italiano che il “Pibe de Oro” si rifiuta regolarmente di versare.

Ai “poveri Cristi”, invece, in caso di cartelle esattoriali esorbitanti viene imposto di pagare, salvo poi rivalersi, il più delle volte con una class action.

Se tutti pagassero il giusto in proporzione alle proprie sostanze,il fisco sarebbe più equo e meno pesante.

Read Full Post »

Orgoglio e lavoro

Il lavoro è in fisica lo spostamento di una forza, ossia si ritiene che sia solamente una questione meccanica.

Non è così: l’uomo non è fatto solo di muscoli e di sollevamento pesi; è anche pensiero, intuito. Così il lavoro: oltre a quello meccanico, c’è quello intellettuale.

Ma con la crisi il lavoro manca non perchè manchino le persone: mancano i capitali da investire perchè divorati dalla vorace macchina burocratica.

Gli imprenditori sono costretti tra 3 necessità:

  • pagare i fornitori per continuare ad avere materie prime e produrre ancora,
  • pagare i dipendenti per consentire loro di sopravvivere  e consumare i beni
  • pagare le tasse allo Stato

E’ il gioco delle tre carte, un gioco a somma zero, perchè qualcuno perde sempre.

Pagare lo Stato significa sguarnire i propri fondi, non potendo onorare i debiti con i fornitori e gli stipendi per i dipendenti.

Allora? Queste le possibili conseguenze:

  • Aumento del lavoro sommerso
  • Aumento di suicidi per imprenditori e/o dipendenti
  • Aumento di esaltati, pronti a colpire facili e inutili bersagli, perchè ritengono a torto che così facendo risolvono i propri problemi.

Si parlava di far uscire il paese attraverso una sana politica energetica, di fonti rinnovabili. Niente o poco di questo è stato fatto per i motivi citati in precedenza.

Durante i miei studi scolastici, risalenti a circa vent’anni fa,  si diceva che far uscire un paese dalla crisi occorreva creare infrastrutture, assumere poi del personale addetto alla riscossione ad esempio dei pedaggi e non meccanizzare la struttura in questione solo perchè una macchina produce di più costando meno.

Quando un governo riuscirà in questa titanica impresa saremmo fuori dalla crisi

Read Full Post »

Il 31 Dicembre u.s. negli U.S.A è stato approvato p0er merito di Obama, novello nocchiero nel mare della crisi, il “Fiscal Cliff” o baratro fiscale, una tassa pagata dai più ricchi, i quali dovranno versare il 75% di quanto guadagnato, in modo da riequilibrare e forse azzerare il debito pubblico

Questa semplice misura  ha prodotto il risultato di far ripartire le borse e quindi l’economia.

In Francia il presidente Hollande ha proposto  una misura simile, ma la Corte Costituzionale ha bocciato la norma perchè “non rispetta l’uguaglianza tra i cittadini. Lo stesso presidentesta tentando di riproporla, purtroppo col risultato di vedere scappare dal paese i facoltosi personaggi.

Qualcuno ha chiesto al presidente Monti cosa ne pensasse di una legge avente le stesse modalità. Il significato della risposta data in primo piano, con la sua incofondibile pronuncia  è: “Meglio che dieci persone paghino uno, piuttosto che uno paghi dieci.”

Ma i dieci cittadini sono quelli a cui sono stati prelevati altri dieci, col paradosso che chi ha meno paga di più e viceversa, alla faccia dell’equità fiscale.

Read Full Post »

Ladri di tasse

“Per far uscire l’Italia dalla crisi”, si diceva, “occorre che tutti paghino le tasse in proporzione alle proprie possibilità.”

Dall’insediamento del Governo Monti questo concetto è stato amplificato con due spot: uno ti invitava a fare il tuo dovere di cittadino e con il secondo ti avvertiva che chi non pagava veniva additato come “parassita fiscale“. Il Ministero ha sguinzagliato” la Guardia di Finanza nelle località VIP alla ricerca di evasori, “pescandone” parecchi.

Se questo discorso legittimo vale per i trbuti nazionali, per quelli locali la riscossione avviene mediante apposite Agenzie.

Il presidente di una di esse, la “Tributi Italia SpA”, Saggese è stato “pizzicato” con le mani nella marmellata. Questo signore (con grande insulto per i veri signori) ha ritenuto “equo” intascarsi quanto avrebbe dovuto versare a comuni quali Frosinone, Oovada… alla faccia degli onesti cittadini che versano quanto dovuto.

Read Full Post »

Riciclo col trucco

E’buona norma “gettare negli appositi cassonetti i vestiti dismessi.

Poi? Poi vengono raccolti da cooperative sociali o rivenduti a ditte specializzate, site a Prato e provincia che attuano la seguente selezione:

  • Il 15 – 20% viene utilizzato come straccio da officina o come tappetino;
  • Un altro 15 – 20% è trasformato in lana e viene così riciclato;
  • Il 5 – 10% è trasformato in cartone o pannello isolante;
  • L’ultimo 5% finisce in discarica;
  • L’altro 50% è venduto a paesi del Terzo mondo ad un prezzo tra i 10 centesimi e i 2,5 euro al chilo per esseere nuovamente indossato.

Da questa analisi possiamo trovare la seguente incongruenza: i cittadini onesti pagano le tasse sui rifiuti prodotti, quindi anche sui vestiti dismessi: è giusto  che le organizzaxzioni no profit vendano questi rifiuti, ottenendo un utile loro non dovuto? Se fosse giusto, se ne ricaverebbe un’evasione fiscale ed un circolo vizioso a spese dei cittadini onesti. Forse conviene che i vestiti usati vengano riciclati dai parenti…

Read Full Post »

Fatta la legge….

Per risanare il debito pubblico, occorre che tutti paghino in base al loro reddito.Questo basilare principio, purtroppo, non viene da tutti rispettato, causando imposte e tasse a danno dei cittadini onesti.

Ieri la Guardia di Finanza ha “smascherato” due soggetti irrispettosi della collettività.

Aparte  i falsi invalidi, ciechi, sordi….., che percepiscono somme non dovute; coloro i quali esercitano una professione senza averne i titoli, la gente che guida l’auto avendo il bollo o l’assicurazione scaduta; episodi che sempre più spesso vengono a galla, i due casi di cui intendo parlare sono emblematici.

Il primo è quello di un uomo in possesso di varie auto di lusso: fermnato, ha ammesso candidamente di non pagare le tasse da circa vent’anni.

Il secondo è quello di un’infermiera di Bologna: ha truffato la propria ASL con continue assenze dal lavoro. In vent’anni di servizio avrà lavorato sì e no venti giorni. Le scuse addotte? Malattie varie, gravidanze a rischio… il tutto certificato da medici compiacenti. Naturalmente è stata arrestata per truffa e falso in atto pubblico.

Quante persone dovranno essere ancora smascherate per far sì che tutti rispettino la collettività? Innumerevoli

Read Full Post »

Oro nero

 

In questo periodo, il prezzo della benzina continua ad oscillare a causa della nostra pazza economia. Oggi un litro del prezioso liquido da noi costa un Euro e mezzo circa.

In questa cifra sono comprese molte tasse per complessivi 0,25 Euro. Vediamo le maggiori (gli importi sono esposti in lire, al cambio di 1936,27 lire per un Euro).

  • 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935; 
  • 14 lire per la crisi di Suez del 1956; 
  •  10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
  • 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966;
  • 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
  • 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976; 
  •  75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980;
  • 205 lire per la missione in Libano del 1983;
  • 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
  • 0,020 euro per rinnovo contratto autoferrotranviari 2004

Salvo eventuali missioni dei nostri militari in Iraq, Afghanistan e Timor Est.

La domanda che sorge spontanea è: ha senso oggi  finanziare una guerra fortemente voluta da una dittatura al fine di affermare la propria fama di potenza coloniale? Ha senso pagare per tragedie avvenute venti, trenta e quaranta anni fa? Non penso, il continuo finanziamento, se questo esiste ancora, è simile alla vecchia Cassa del Mezzogiorno, ossia una fonte di corruzione.

Il pezzo forte è che su queste somme, lo Stato preleva le tasse, ossia le tasse delle tasse. E se ricominciassimo ad andare a piedi?

 

Read Full Post »