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Posts Tagged ‘politica’

In un’intervista Martino d’Austria Este racconta che la famiglia Asburgo, di cui è l’ultimo discendente, è sempre stata favorevole alla pace e che suo zio Otto è stato leader del movimento paneuropeo, in quanto  l’Unione ha garantito per più di mezzo secolo la pace.

A suo dire la persona che ha causato lo sconquasso chiamato Prima Guerra Mondiale è stato il suo antenato Francesco Giuseppe, solo perché costretto  dalla lobby delle armi allora imperante e dal crescente irredentismo. Stranamente non dà colpe né allo Zar di Russia Nicola II (intervenuto solo per difendere la piccola Serbia), né tantomeno al Kaiser Guglielmo II (che qualche contrasto aveva con sua zia, la regina Vittoria del Regno Unito e con la Francia, cui intendeva contendere l’Alsazia e la Lorena).

In pratica Vittorio Emanuele III ha sfruttato a proprio vantaggio la situazione per completare l’unità d’Italia, opera iniziata da Vittorio Emanuele II.

Secondo S.A.I. gli Asburgo avevano creato un impero  in cui coesistevano pacificamente ben diciassette popolazioni di lingua, tradizioni, culture e religioni diverse e nel quale le differenze erano una ricchezza per tutti, Scopro infine  che De Gasperi, prima di essere stato una “star” della politica italiana ed europea, è stato Deputato al Parlamento di Vienna, in quanto cittadino di lingua italiana eletto in val di Fiemme.

Quello che ha detto Martino d’Austria Este è solo una personale valutazione  del casato di appartenenza e della sua storia o c’è qualcosa di più?

Col pensiero viaggio indietro nel tempo e nello spazio e rifletto. Mi porto in Iran, allora Persia del IV secolo a.C.

A quell’epoca l’impero persiano si estendeva  dalla Turchia all’India, dalla Russia caucasica all’Egitto. Le popolazioni erano trenta o più, con le loro religioni, lingue, culture e tradizioni. Siccome era stato fondato da Ciro e dai discendenti, sottomettendo con la forza gli altri popoli, è stato conquistato da Alessandro, che la storia definisce Magno; l’impero asburgico, invece è stato creato da trattati, matrimoni ed alleanze solide e casualmente si è sciolto quando i governanti  hanno mutato  la politica dei loro predecessori.

 

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Martedì mattina, al mio arrivo al lavoro, vengo informato  del fattp che a Genova era crollato “il ponte di Brooklyn”. Non capivo a cosa si riferiva la mia collega.

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dopo un po’ di tempo o capito che si trattava di quel  “bel” ponte  sull’autostrada A10, che ho percorso migliaia di volte, senza sapere chi fosse il progettista (Riccardo Morandi),né senza conoscere il soprannome (ponte di Brooklyn, appunto).

Per capire l’accaduto occorre spiegare cosa sia un ponte e chi sia il progettista.

Si definisce ponte:  “una qualsiasi struttura utilizzata per superare ostacoli che si antepongono alla continuazione di una via di comunicazione.”

Il progettista è un ingegnere che guarda più all’estetica che alla praticità. Suoi sono i ponti Bisentis, che si trova a Catanzaro, Vespucci (Firenze) e il General Rafael Urdaneta (Maracaibo, Venezuela), oltre a quello crollato.

Ed eccoci alla domanda clou: come è potuto accadere? I ponti sospesi, come il ponte di Brooklyn vero e proprio e il Golden Gate sono retti da cavi posti in verticale, in grado di sostenerlo.

Il ponte Morandi, invece era retto da “stralli” di invenzione dello stesso ingegnere: belli a vedersi, ma poco funzionali; per di più non si era tenuto conto della diversa dilatazione tra ferro e cemento.

Vi è poi da dire che, mentre nei ponti  sospesi “tradizionali” la manutenzione è prevalentemente ordinaria, nel ponte crollato doveva essere prevalentemente straordinaria.

Ci sono fattori che nessuno calcola al momento del progetto di un ponte, quali ad esempio il volume massimo orario sopportabile e quindi prevedere la costruzione di una bretella  per i mezzi pesanti.

Niente di tutto ciò è stato fatto. Ora inizia il rimpallo delle responsabilità.

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Il 2 Luglio una mia amica posta su un social la notizia della vittoria della staffetta azzurra, composte  da atlete “di colore”, della medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo, tenutasi a Tarragona in Spagna. Tutti i telegiornali hanno dato molto risalto alla stessa.

Una settimana dopo, la stessa posta sul medesimo social la vittoria a Gyor, in Ungheria, di una medaglia d’oro ad opera di quattro https://www.facebook.com/plugins/video.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2FEurosportItaly%2Fvideos%2F1698831006906269%2F&show_text=0&width=560“>staffettiste italiane under 18, quindi differenti dalle precedenti. Il risalto a quella notizia non c’è stato.

Per spiegare il perché di questa  apparente disparità di trattamento, debbo fare un salto indietro nel tempo. Alle superiori un mio insegnante di italiano chiedeva cosa facesse più notizia tra quella che un cane avesse morso un uomo o quella in cui un uomo avesse morso un cane, domanda dall’ovvia risposta.

Tornando quindi all’argomento principale  e parafrasando la domanda, domandiamoci cosa è più importante tra una staffetta di ventenni o più, oppure un’altra  di minorenni, a prescindere dal colore della pelle.

Lo stesso “trattamento” viene riservato in tutti gli sport: mentre tutti conoscono, ad esempio Di Francesco, che allena la prima squadra della Roma, con tanto di curriculum, che finisce nelle prime pagine dei quotidiani nazionali, quasi nessuno conosce Alberto De Rossi, che della Roma allena la squadra Primavera e che ottiene talora un trafiletto di tre righe in venticinquesima pagina nei quotidiani locali o in quelli del settore.

Finiamola quindi con concetti quali razzismo, politica e quanto di pessimo possa creare l’animo umano.

 

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Non mi piace parlare di politica perché ritengo l’argomento troppo complesso. A farmi cambiare idea il problema sollevato da un leader politico italiano , impossibilitato a parlare in una città italiana perché “non gradito” al sindaco della stessa.

Vediamo la vicenda dai propri punti di vista.

Il leader, propinatore di idee populiste, ha tutto il diritto di esprimerle, la gente può assentire o dissentire a seconda delle proprie idee; il sindaco non può impedire una manifestazione, asserendo di “essere lo Stato”, il cui rappresentante è il Prefetto, mentre il sindaco è “solo” il capo di un comune. Il sindaco può emanare altro tipo di ordinanze: sanitarie (TSO), culturali, di sicurezza stradale nel territorio del proprio comune, mentre non può emanare il divieto di manifestare a chicchesia.

Così dalla violenza verbale si è passati a quella fisica: i famosi black bloc, veri terroristi non riconducibili a nessun tipo di partito politico, hanno devastato solo per il gusto di farlo, la zona del comizio, attaccando in massa le forze dell’ordine, venendo da esse respinte, ma causando ingenti danni alla città.

Caso simile, ma opposto nel concetto è quello di un leader straniero che desidera far campagna all’estero e per questo taccia i governi che non lo ospitano di essere dittature. Pur propinando le stesse idee, ritiene a torto di poter tenere comizi fuori del territorio da lui governato. Ma dove si è mai visto? Forse nel mondo dei sogni, piuttosto ripristini la democrazia in quel meraviglioso paese e utilizzi i mezzi di comunicazione di massa che ha chiuso, saranno i cittadini di quello stato residenti all’estero appoggiarlo o meno.

Possibile che sia sparito il rispetto per l’altro, che è alla base della democrazia?

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Sabato 26 ho deciso di recarmi in visita ad una persona cara ricoverata.

Così dopo pranzo ho preso l’autobus, dirigendomi nel quartiere natio.

La città era talmente  blindata  per l’arrivo di un noto leader politico nazionale, venuto  a tenere un comizio all’interno del teatro della città, che  i mezzi pubblici percorrevano tragitti insoliti. L’autobus, con me a bordo, è riuscito a passare vicino al teatro.

Da sopra al mezzo si poteva vedere l’imponente servizio  di sicurezza in tenuta antisommossa. Vi si vedevano Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco e altri.

Al termine della mia visita sono andato ad aspettare l’autobus per il ritorno. Sorpresa: il mezzo per andare a casa non arrivava; la gente alla fermata aumentava. Nessuno  ne capiva il motivo. “Forse è arrivato il leader per il comizio” si pensava. Se così fosse, il leader proveniva da un sorvolo delle zone disastrate di Piemonte e Liguria. Altri gridavano insulti  contro il Comune o contro chi doveva  comunicare ai cittadini il disservizio. Io, per la verità tacevo, cercando di farmene una ragione.

Per fortuna passava di lì un altro autobus di un’altra linea, comunque diretta in centro e di lì a piedi sono arrivato a casa dopo una lunga passeggiata non programmata, maledicendo in cuor mio i politici e i comizi blinda città.

 

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Questa mattina leggo su un settimanale un commento sulla crisi economica della Grecia nel quale un lettore fa riferimento a Socrate e a Strepsiade.

Sapendo chi era Socrate, realmente esistito, ritenevo che anche Strepsiade fosse un personaggio reale. La Rete invece mi informa  che quest’ultimo era un personaggio della commedia “Le Nuvole” di Aristofane.

Io conoscevo con quel titolo solo un album di canzoni di Fabrizio De Andrè, salvo poi scoprire che era anche il titolo di una commedia, di cui narrerò brevemente la trama.

Il contadino Strepsìade è perseguitato dai creditori a causa dei soldi che suo figlio Fidippide ha dilapidato alle corse dei cavalli; pensa allora di mandare il figlio alla scuola di Socrate, filosofo che insegna come prevalere negli scontri dialettici, anche se in posizione di evidente torto. In questo modo, pensa Strepsiade, il figlio sarà in grado di vincere qualsiasi causa che i creditori gli intenteranno.

La fine  della vita del filosofo fu segnata dalla condanna a morte per aver “corrotto i giovani”. Bevve la cicuta e morì. Si è capito troppo tardi che la cosiddetta “corruzione” non era altro che un modo di insegnare la propria arte, la filosofia, di cui è considerato il padre.

Oggi, a più di duemila anni da quei fatti i politici (che non sono contadini, ma persone “colte”), “allevati” dall’ars oratoria, continuano a propinarci fandonie e castelli in aria, non risolvendo i reali problemi del mondo.

Cos’ loro sono tanti Socrati e noi tanti Strepsiadi.

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Qualche anno fa  in un Parlamento dell’Europa orientale che, a mio avviso era l’Ucraina, si sviluppò una rissa tra opposti schieramenti. Non ricordo però il motivo di tale aspra contesa, né come sia terminata.

Oggi in Italia, paese noto per essere  culla della civiltà occidentale, è scoppiata  una gazzarra nel Senato della Repubblica a causa di gesti definiti “sessisti” (che brutta parola; sarebbe preferibile adottare la locuzione di “gesti osceni che ledono la dignità delle persone”. Cosa c’entra, dunque il sesso?) eseguiti da due “onorevoli” all’indirizzo di una collega d’opposto schieramento.

La lite è degenerata a tal punto che sia i compagni  di partito della persona offesa e tutte le colleghe  si sono scatenati contro i colpevoli, invocando giustizia. E la giustizia è arrivata sotto forma di un provvedimento che prevedeva cinque giornate di “squalifica” agli autori ed una alla parte offesa.

Per capire  se la pena è congrua, paragoniamo la vicenda ad una partita di calcio.

Durante una discussione (la partita in oggetto) due giocatori intervengono contemporaneamente su un avversario. Questi reagisce e colpisce con un calcio uno degli autori del fallo precedente. L’arbitro (i commessi intervenuti) estrae il cartellino rosso: espulsione per tutti e tre. Nel referto arbitrale (la relazione comportamentale) viene segnalato il fatto.  Il giudice sportivo (il Presidente del Senato) infligge esattamente cinque giornate  ai primi e una alla seconda.

Valutando l’accaduto una domanda sorge spontanea:  in quale paese da terzo mondo è accaduto il fatto. La risposta, alquanto triste è “in Italia”. Dov’è l’errore?

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Bitume e polemiche

  • Mi ha inizialmente reso perplesso una petizione che proponeva di “allocare del bitume in luoghi distanti dai centri abitati”. Ma cosa è il bitume?

Con questo termine si intende una miscela di idrocarburi naturali o residuati derivanti dalla distillazione o raffinazione del greggio.

I bitumi possono essere naturali o artificiali.

I bitumi naturali sono molto diffusi sulla crosta terrestre.

Costituiscono in qualche caso il materiale impregnante di molte rocce di tipo sedimentario (arenarie e calcari), e in questo caso si parla di asfalti naturali, oppure si presentano sotto forma di vene o sacche nel sottosuolo o come affioramenti superficiali di estensione variabile, veri e propri laghi, alimentati da vene sotterranee.

I bitumi naturali si trovano a Trinidad, nel Venezuela, in Messico, a Cuba, nel Colorado e in svariati altri paesi.

I bitumi artificiali o bitumi di petrolio possono sostituire egregiamente quelli naturali anche se presentano rispetto a questi ultimi una minore stabilità a causa di una minore percentuale di asfalteni.

Si ottengono dalla distillazione del greggio.

Gli utilizzi che l’uomo ne fa sono molteplici: nell’antichità gli egizi lo adoperavano come fissatore nei dipinti delle tombe, i Sumeri come materiale per il  calafataggio delle navi, fino ai giorni d’oggi, come detto, come materiale per l’asfaltatura delle strade.

“Visto l’uso, perché allocarlo in zone distanti dai centri abitati?” mi domandavo. Ad “aprirmi gli occhi” la notizia che un sindaco di sinistra ha protestato contro il premier della sua stessa area politica.

“Se ciò avviene”, riflettevo tra me e me, “è perché il bitume provoca malattie; che sia cancerogeno?”

Ho quindi posto il quesito alla Rete. Uno studio confermava i miei sospetti.

Come è possibile che un materiale usato, come detto sopra abbia questi effetti negativi sull’uomo? Per via dei fumi che vanno ad intasare le vie respiratorie.

Mi domando se asfaltando le strade la sua carica di cancerogenità  si attenui o meno, altrimenti meglio utilizzare strade sterrate.

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In questo periodo viene trasmesso in tv il reality “Pechino Express – obiettivo Bankok”, in cui partecipano coppie di concorrenti che devono percorrere il sud est asiatico.

Tra i concorrenti, una marchesa col maggiordomo, sportivi…..

Nell’ultima puntata, trasmessa eccezionalmente mercoledì, le cppie venivano “scoppiate” e miscelate.

Ilcompagno improvvisato del maggiordomo ha chiesto al servitore di parlare della marchesa. Si è così venuto a sapere che la nobildonna riasiede (essendo un personaggio di sangue blu è d’uopo adottare questa terminologia) in una villa di quattro piani di circa 400 metri per piano, cui non paga l’IMU (o tassa similare, alla faccia della pòvera gente) e che invita nel suo  “salotto” personaggiquali l’ex leader comuista Bertinotti, sia personaggi di altra area politica.

Ho chiesto ad un mio collega cosa ne pensava. “Questa  è la politica” è stata la sua raggelante e laconica risposta. Ad un altro amico ho posto la stessa domanda e lui mi ha risposto: “Anche  senza nominare la marchesa, guarda la situazione politica.”

Forsre sono ingenuo, forse idealista, forse entrambe le cose, ma sapoevo che chi faceva politica faceva una scelta, chiara, netta, senza commistioni, come se uno di una parte politica plaudesse alle proposte di un avversario, anche se contrarie alla propria idea politica.

Mi è crollato un mondo addosso o è solo apparenza?

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Mi è capitato di leggere che agli eredi del senatore a vita Giulio Andreotti, deceduto qualche tempo fa, verrà corrisposta la “modica” somma di un milione di euro.

Si tratta  della “pensione” accantonata durante il suo lungo mandato politico.

Andreotti, dunque “valeva” per lo Stato questa somma.

Fin qui potrebbe andare “bene”, ma in questo articolo leggo che tutti i senatori a vita dovranno “per legge” percepire la medesima somma, anche se, per ipotesi, la loro militanza politica è inferiore ai sessant’anni.

Ecco lo scandalo: uno Stato basato sul lavoro (e relative pensioni) si preoccupa di dare delle ingenti “buonuscite” ai parlamentari. Quanto percepiranno gli eredi del “Nano” di Arcore?

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Dopo aver eletto deputati e senatori che, secondo la Costituzione, dovrebbero rappresentare i cittadini, questi ultimi dovrebbero formare un Governo ed eleggere un capo dello Stato.

I tre maggiori partiti a loro volta litigano su quale persona mandare al Colle. Ci sono i seguenti schieramenti:

  • Il centrosinistra, d’accordo col centrodestra propone la candidatura di Marini, ex democristiano, in funzione di un governo comune. La cosa dispiace a Grillo che propone l’ex giurista di area comunista Rodotà. Ma nessuno di questi raggiunge il quorum.
  • A questo punto il centrosinistra propone Prodi, il centrodestra si astiene, Monti propone la Cancellieri, Renzi asseconda Grillo nel votare Rodotà. Nulla di fatto.
  • Poi Bersani, Berlusconi e Monti a fare pressing su Napolitano, affinchè  ricandidi.

Quanto tempo dovremo aspettare il capo dello Stato che affidi ad una persona autorevole l’incarico di formare il Governo?

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Casta marcia

Nell’opera lirica “Norma” di Bellini viene cantata l’aria lirica “Casta Diva come omaggio alla Luna.

Oggi invece col termine “casta” viene definita la classe politica, non più “Diva”, mamarcia dalle fondamenta. Dei circa mille “Onorevoli” che siedono in Parlamento, circa l’ottanta per cento (espresso per difetto) è corrotto, colluso, ricattato o ricattabile. Non si tratta di una mia opinione, ma il risultato della somma delle cronache giudiziarie.

Non c’è Partito o Movimento che non abbia esponenti sotto inchiesta o sotto processo. Sta di fatto che il “re” viene regolarmente prosciolto per prescrizione.

Se a Roma, bossianamente “ladrona” la situazione è questa, nel resto d’Italia non si sta meglio.

Molti Governatori ed ex si sono resi protagonisti di fatti più o meno gravi, che vanno dal transito contromano in autostrada alla frequentazione di trans, dal consumo di sostanze alla corruzione, ad altri incresciosi.

Passavo davanti al Comune da dove uscivano tre persone, non so se erano pezzi grossi o semplici lavoratori, che parlavano di “rifondare l’Italia dallo sfacelo.” Era un discorso interessante, lo ammetto, ma non potevo parteciparvi.

Come ripulire la Casta marcia?

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